giovedì 18 settembre 2014



Jack Walker e il pesce d’acqua dolce.

Il primo racconto in cui il titolo fu pensato prima della storia stessa.

 

Ero stanco ormai delle montagne nebbiose. Avevo voglia di scendere giù nelle vallate, passeggiare nei campi, nuotare nel fiume caldo, abbrustolirmi al sole.
L’inverno quest’anno era stato davvero rigido. Nessun visitatore per almeno tre mesi. Solo un piccolo orso che aveva perso la madre ammazzata dai bracconieri. Ogni tanto si faceva vedere verso le tre di notte, si avvicinava alla proprietà, rovistava tra i rifiuti, mangiava gli avanzi delle mie cene scadenti e  poi andava via.
L’unico essere vivente che vedevo da più di tre mesi.
 Vi confesso che solo l’idea di incontrare un altro uomo cominciava a mettermi paura. Il solo pensare di dover intavolare una di quelle inutili conversazioni che cominciano sempre col :come va come stai che fine hai fatto e il lavoro e la famiglia e hai visto che tempo? Mi metteva davvero i brividi, sul serio, tremavo solo a pensarci.

Ma purtroppo le scorte di cibo erano finite, la birra l’avevo bevuta quasi tutta e il whiskey mi aveva tenuto compagnia per così tante notti che ormai era rimasto solo l’odore sulla vecchia tazza di latta senza manico che usavo sempre. L’ultimo pugno di tabacco ammuffito era sul tavolo, nella carta gialla del pane che ormai avevo mangiato da tempo. Decisi di caricare la pipa che avevo costruito, visto che non c’era poi tanto da fare durante l’inverno. Infilai un pezzetto di quella stessa carta gialla nella pipa, presi un lungo fiammifero, lo strofinai sulla vecchia lima di ferro che avevo usato per smussare gli angoli di quella stessa pipa. Finalmente fumai. Un lungo e abbondante tiro . Il calore della caldaia mi riscaldò la mano, e così mi accorsi di essere vivo.
La giornata non poteva certo cominciare senza una tazza di caffè, nero e forte. Niente zucchero niente latte.
Volevo andare via da quella vecchia stamberga, ma allo stesso tempo non volevo lasciarla.
La solita indecisione che mi accompagna da una vita. Sapete? Io sono un tipo molto indeciso, e ogni volta che dopo lunghi e noiosi ragionamenti prendo una decisione, subito dopo sento di aver fatto la cosa sbagliata.

Esco fuori e mi lavo la faccia al ruscello. L’acqua ancora gelata mi stordisce come il gancio di Alì.
È ora di scendere a valle.
Guardo in alto e il cielo è limpido, l’aria è fresca e i miei polmoni si gonfiano e si aprono, riconoscenti.

Mi giro per l’ultima volta a guardare le montagne, tre vecchie signore ricoperte di cipria bianca che stanno sempre lì a fissarti senza dire niente, neanche una parola, ma tu in fondo lo sai a cosa stanno pensando.

Il sole comincia ad alzarsi, la natura a prendere vita..che stupida espressione pensate: “La natura comincia a prendere vita”, come se morisse, come se davvero la natura, la più grande e potente forza presente su questo sputo di mondo, possa davvero morire. È solo il fatto che siamo noi ad essere così stupidi da pensare di essere i padroni, di comandare su tutto e tutti. Dimentichiamo sempre di essere semplicemente degli ospiti, credo anche abbastanza sgraditi, su una terra che in fondo non ci appartiene minimamente. Siamo solo noi a crederlo. Il problema dell’uomo in fondo è proprio questo: pensare di essere al centro di tutto. Ognuno con il suo piccolo universo. Non riesco ancora a comprendere la gente convinta di aver capito quale sia il senso della vita. “Avere un lavoro” mi dicono, “farsi una famiglia”, “guadagnare dei soldi” “ comprare una bella casa” “guidare una bella macchina”. In fondo si riduce tutto a questo? “comprare un maserati quattroporte usato a 19.000 euro e cacciarlo solo il sabato e la domenica”. Allora devo pensare che se ho quarant’anni, sono ancora single, non ho un lavoro fisso, non ho una bella casa, non guido una bella macchina, o meglio non ho il mio maserati quattroporte usato da cacciare solo il sabato e la domenica allora la mia non è vita.  Allora devo credere che lo zio sam aveva ragione, l’unico modo per vivere davvero è quello di avere una torta di mele fumante sul davanzale della finestra., un giardino ben curato con i tuoi due figlioletti che giocano entro e non oltre il confine della tua vita, delimitato rigorosamente da uno steccato bianco; intrattenere buoni rapporti con il vicinato; partecipare attivamente a tutte le associazioni che infestano ogni angolo di strada: per la vita degli scoiattoli canadesi; per salvare l’orsa dalle grinfie dei cittadini infuriati; per avere un cane, magari anche più di uno, e trattarlo meglio di come tratteresti tua moglie-povere povere mogli sempre in mezzo-; verificare che ogni angolo del NOSTRO pezzo di spiaggia sia finemente ripulito e setacciato, affinché i bambini possano tranquillamente giocare sulla sabbia e poi prendersi malattie di natura variegata in mare; ma poi non dimentichiamo il jolly da sfoderare in qualsiasi associazione perbenista di volontariato che si rispetti:I BAMBINI DELL’AFRICA. Questi poveri bambini africani con le  loro pance gonfie d’aria, i loro sorrisi sgargianti composti da denti bianchissimi e sempre dritti (che poi come facciano non si sa, intendo sia a ridere che ad avere quei cazzo di denti così bianchi). Ti mandano sempre lo spot in TV durante il pranzo, come se ti volessero far venire il senso di colpa per quello che stai mangiando. Notizia bomba per tutte le emittenti televisive: “Non sono io a far morire quei bambini di fame, perciò smettetela di farceli vedere sempre mentre mangiamo”. Fin quando il mondo continuerà ad essere governato solo ed esclusivamente per amore del dio denaro – scusate l’imprecisione ortografica, volevo scrivere Dio Denaro, con la maiuscola- quei cazzo di bambini dell’Africa continueranno a morire di fame. E sapete che altro? Continueranno le guerre in medio oriente, si continueranno, perché, gentili signori della giuria, non è che lì sono tutti una banda di matti che hanno voglia di scannarsi a vicenda per un pezzo di terra o per qualche differenza di superstizione, o scusate ho sbagliato ancora, intendevo dire religione. Tornando al punto, finché questo ano puzzolente e malconcio definito pianeta terra continuerà ad essere comandato impunemente da coloro i quali stanno tentando in tutti i modi di distruggerlo, beh allora le cose non cambieranno.

 Individui razionali, essere superiori, noi che siamo meglio delle bestie, smettiamola di accettare passivamente tutto quanto: tiriamo  in alto il dito medio e infiliamolo  nei culi degli stronzi che non sopportiamo. Amen.

E comunque in tutto questo il pesce d’acqua dolce non c’entra un cazzo.





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