Jack Walker e il pesce d’acqua dolce.
Il primo racconto in cui il titolo fu pensato prima della
storia stessa.
Ero stanco ormai delle montagne nebbiose. Avevo voglia di
scendere giù nelle vallate, passeggiare nei campi, nuotare nel fiume caldo, abbrustolirmi
al sole.
L’inverno quest’anno era stato davvero rigido. Nessun
visitatore per almeno tre mesi. Solo un piccolo orso che aveva perso la madre
ammazzata dai bracconieri. Ogni tanto si faceva vedere verso le tre di notte, si
avvicinava alla proprietà, rovistava tra i rifiuti, mangiava gli avanzi delle
mie cene scadenti e poi andava via.
L’unico essere vivente che vedevo da più di tre mesi.
Vi
confesso che solo l’idea di incontrare un altro uomo cominciava a mettermi
paura. Il solo pensare di dover intavolare una di quelle inutili conversazioni
che cominciano sempre col :come va come stai che fine hai fatto e il lavoro e
la famiglia e hai visto che tempo? Mi metteva davvero i
brividi, sul serio, tremavo solo a pensarci.
Ma purtroppo le scorte di cibo erano finite, la birra
l’avevo bevuta quasi tutta e il whiskey mi aveva tenuto compagnia per così
tante notti che ormai era rimasto solo l’odore sulla vecchia tazza di latta
senza manico che usavo sempre. L’ultimo pugno di tabacco ammuffito era sul tavolo,
nella carta gialla del pane che ormai avevo mangiato da tempo. Decisi di caricare la pipa che avevo costruito, visto
che non c’era poi tanto da fare durante l’inverno. Infilai un pezzetto di
quella stessa carta gialla nella pipa, presi un lungo fiammifero, lo strofinai
sulla vecchia lima di ferro che avevo usato per smussare gli angoli di quella
stessa pipa. Finalmente fumai. Un lungo e abbondante tiro . Il calore della
caldaia mi riscaldò la mano, e così mi accorsi di essere vivo.
La giornata non poteva certo cominciare senza una tazza di
caffè, nero e forte. Niente zucchero niente latte.
Volevo andare via da quella vecchia stamberga, ma allo
stesso tempo non volevo lasciarla.La solita indecisione che mi accompagna da una vita. Sapete? Io sono un tipo molto indeciso, e ogni volta che dopo lunghi e noiosi ragionamenti prendo una decisione, subito dopo sento di aver fatto la cosa sbagliata.
Esco fuori e mi lavo la faccia al ruscello. L’acqua ancora
gelata mi stordisce come il gancio di Alì.
È ora di scendere a valle.Guardo in alto e il cielo è limpido, l’aria è fresca e i miei polmoni si gonfiano e si aprono, riconoscenti.
Mi giro per l’ultima volta a guardare le montagne, tre
vecchie signore ricoperte di cipria bianca che stanno sempre lì a fissarti
senza dire niente, neanche una parola, ma tu in fondo lo sai a cosa stanno
pensando.
Il sole comincia ad alzarsi, la natura a prendere vita..che
stupida espressione pensate: “La natura comincia a prendere vita”, come se morisse,
come se davvero la natura, la più grande e potente forza presente su questo
sputo di mondo, possa davvero morire. È solo il fatto che siamo noi ad essere
così stupidi da pensare di essere i padroni, di comandare su tutto e tutti.
Dimentichiamo sempre di essere semplicemente degli ospiti, credo anche
abbastanza sgraditi, su una terra che in fondo non ci appartiene minimamente.
Siamo solo noi a crederlo. Il problema dell’uomo in fondo è proprio questo:
pensare di essere al centro di tutto. Ognuno con il suo piccolo universo. Non
riesco ancora a comprendere la gente convinta di aver capito quale sia il senso
della vita. “Avere un lavoro” mi dicono, “farsi una famiglia”, “guadagnare dei
soldi” “ comprare una bella casa” “guidare una bella macchina”. In fondo si
riduce tutto a questo? “comprare un maserati quattroporte usato a 19.000 euro e
cacciarlo solo il sabato e la domenica”. Allora devo pensare che se ho
quarant’anni, sono ancora single, non ho un lavoro fisso, non ho una bella
casa, non guido una bella macchina, o meglio non ho il mio maserati
quattroporte usato da cacciare solo il sabato e la domenica allora la mia non è
vita. Allora devo credere che lo zio sam
aveva ragione, l’unico modo per vivere davvero è quello di avere una torta di
mele fumante sul davanzale della finestra., un giardino ben curato con i tuoi
due figlioletti che giocano entro e non oltre il confine della tua vita,
delimitato rigorosamente da uno steccato bianco; intrattenere buoni rapporti
con il vicinato; partecipare attivamente a tutte le associazioni che infestano
ogni angolo di strada: per la vita degli scoiattoli canadesi; per salvare
l’orsa dalle grinfie dei cittadini infuriati; per avere un cane, magari anche
più di uno, e trattarlo meglio di come tratteresti tua moglie-povere povere
mogli sempre in mezzo-; verificare che ogni angolo del NOSTRO pezzo di spiaggia
sia finemente ripulito e setacciato, affinché i bambini possano tranquillamente
giocare sulla sabbia e poi prendersi malattie di natura variegata in mare; ma
poi non dimentichiamo il jolly da sfoderare in qualsiasi associazione
perbenista di volontariato che si rispetti:I BAMBINI DELL’AFRICA. Questi poveri
bambini africani con le loro pance
gonfie d’aria, i loro sorrisi sgargianti composti da denti bianchissimi e
sempre dritti (che poi come facciano non si sa, intendo sia a ridere che ad
avere quei cazzo di denti così bianchi). Ti mandano sempre lo spot in TV
durante il pranzo, come se ti volessero far venire il senso di colpa per quello
che stai mangiando. Notizia bomba per tutte le emittenti televisive: “Non sono
io a far morire quei bambini di fame, perciò smettetela di farceli vedere
sempre mentre mangiamo”. Fin quando il mondo continuerà ad essere governato
solo ed esclusivamente per amore del dio denaro – scusate l’imprecisione
ortografica, volevo scrivere Dio Denaro, con la maiuscola- quei cazzo di
bambini dell’Africa continueranno a morire di fame. E sapete che altro?
Continueranno le guerre in medio oriente, si continueranno, perché, gentili
signori della giuria, non è che lì sono tutti una banda di matti che hanno
voglia di scannarsi a vicenda per un pezzo di terra o per qualche differenza di
superstizione, o scusate ho sbagliato ancora, intendevo dire religione.
Tornando al punto, finché questo ano puzzolente e malconcio definito pianeta
terra continuerà ad essere comandato impunemente da coloro i quali stanno
tentando in tutti i modi di distruggerlo, beh allora le cose non cambieranno.
Individui razionali,
essere superiori, noi che siamo meglio delle bestie, smettiamola di accettare
passivamente tutto quanto: tiriamo in
alto il dito medio e infiliamolo nei
culi degli stronzi che non sopportiamo. Amen.
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